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Ci sono paesaggi il cui profilo sembra raccontare la storia degli uomini che li abitano. Come se le persone, con il proprio lavoro e la propria inventiva diventassero un tutt’uno con la terra, con il mare e con i prodotti da essi ricavati. Se è vero che varie zone viticole della Campania possono essere sorprendenti, il Vesuvio è invece stupefacente, nel suo dominare la fascia centrale della provincia di Napoli, con le sue pendici che lambiscono i centri più popolosi della regione. Tra i comuni di Boscotrecase, Torre del Greco e Terzigno, c’è qualcosa di magico, quasi di ultraterreno nell’idea di allevare la vite. Avventurandosi per strade dal nome importante, tipo, via Giacomo Leopardi, ma dimenticate e abbandonate, a pochi metri dalla famosa Villa delle Ginestre, la dimora del grande Poeta di Recanati, si scorge un meraviglioso vigneto e sembra di essere atterrati sulla luna. Scenario di sabbie grigie, ramponi di lava pietrificata che ancora resistono alla graduale ricolonizzazione della natura, ginestre, felci, finocchio selvatico, un bosco di pini mediterranei secolari e, di fronte, la baia del golfo di Napoli. Il vigneto Villa delle Ginestre è molto antico e dai racconti dei locali sembra che anche Leopardi ha goduto di questo nettare vulcanico. Questo vigneto è molto antico, e chiedendo in giro intercetto il proprietario, per sapere di più. Vigna delle Ginestre è anche il nome della cantina, proprietà della famiglia Ascione che, in modo affettuoso, la chiamano a vigna ‘ra nonna (la vigna della nonna), perché il fondo è sotto stretta vigilanza della nonna dei proprietari. Uno di questi, Carlo, racconta che pur avendo diversi ettari a vigneto, in posti molto affascinanti dal punto di vista naturalistico, questa vigna ha qualcosa in più. Come vuole la tradizione qui convivono diverse tipologie di uva: Caprettone, Coda di Volpe, Piedirosso e altre varietà meno note. Non si può quindi non assaggiare questa meraviglia, le uve bianche profumate, dolcissime e il vinacciolo dalla tostatura perfetta ma, la vera magia sono le uve nere che brillano da lontano, come se qualcuno si fosse divertito a lucidarle. Più tardi incontriamo anche Giacomo, papà di Carlo e titolare della cantina, che definisce il vino di questa vigna indomabile, come il Vesuvio, giacché ogni anno gli riserva delle sorprese, invero sempre positive. La vita agricola ai piedi di un vulcano non è sicuramente noiosa, proprio grazie a quelle lacrime di fuoco che hanno reso fertili questi territori, regalando peculiarità singolari, introvabili altrove, come la concentazione di piante a piede franco. La storia dei vini di Vigna delle Ginestre è poi molto singolare e legata a delle esigenze di vita: Carlo infatti, per pagarsi gli studi universitari, inizia a commerciare il vino di famiglia, dal nome di fantasia, il Tufiello, il resto è storia d’oggi con un’azienda piccola ma organizzata e due etichette prodotte, il Lacryma Christi del Vesuvio Bianco e Il Lacryma Christi del Vesuvio Rosso.
Il bianco propone un colore oro pallido e un profilo aromatico elegante, intenso, con aromi di pesca bianca, mela, macchia mediterranea e mentuccia, tutto su un fondo di pietra sulfurea. In bocca valida struttura e buona morbidezza sono ben sostenute da vitale sapidità e rimarchevole persistenza. Si accompagna bene con i primi marinari in genere. Il Lacryma Christi Rosso si presenta rubino con riflessi violacei, limpido e consistente. Ha un profilo aromatico abbastanza classico, con cenni di ciliegia nera, prugna fresca, rosa e speziatura dolce, disposti su un elegante sottofondo balsamico. Pieno e completo, in bocca propone un tannino vivace e ottimamente fuso. L’abbinamento ideale è pollo o coniglio alla cacciatora ma anche carne alla pizzaiola.
Giacomo Ascione
via Bosco del Monaco, 1/3
Boscotrecase (Na)
Tel. 348 6093260
www.vignadelleginestre.it
info@vignadelleginestre.it
Carmela Cerrone